
AZIENDA
Siamo un gruppo di lavoro incentrato
su un progetto aziendale riguardante il vino. Il nostro obiettivo è
quello di diffondere la consapevolezza nei riguardi di questo prodotto
mediante un approccio ludico. Il vino rosso esprime l’anima creativa
della civiltà e della sapienza enologica dell’uomo. Ogni vino rosso
racchiude la storia di un territorio, di una vigna, di un produttore e
di una lavorazione particolare.
LA STORIA DEL VINO
Etimologia:
vino deriva direttamente dal latino vīnum, da un tema mediterraneo. In
epoca più recente, vīnum è stato prestato alle lingue celtiche, alle
lingue germaniche e da queste al finlandese viini. Anche i termini
slavi per vino è probabile che siano prestiti latini.
L’origine della vite: Si dice che la vite compaia per la prima volta
oltre 200 milioni di anni fa in varie zone del pianeta. I fossili più
antichi del genere delle “Ampelidee” sono infatti stati ritrovati nel
Caucaso ed hanno una datazione compatibile con questa teoria. In ogni
caso, vari fossili testimoniano la presenza della vite nelle zone
europee dov’è attualmente coltivata da almeno un milione di anni. Circa
5.000 anni fa, nell’era conosciuta come Neolitico l’uomo diviene
stanziale ed inizia a lavorare il terreno e a selezionare le varie
specie atte alla coltivazione, tra cui la Vitis Vinifera Silvestris.
Tracce di coltivazione della vite e di anfore contenenti bevande che si
suppone derivino da succhi d’uva e risalenti a varie epoche comprese
tra il 5000 ed il 1000 a.C. sono state recentemente scoperte in vari
siti, soprattutto in regioni dell’Asia minore (Caucaso, Mesopotamia),
dove sembra nasca anche la vinificazione, databile al 4100 a.C. La
Vitis Vinifera Sativa, ossia la forma addomesticata della Silvestris è
comunque presente in quest’epoca in tutti i territori che si affacciano
sul Mediterraneo. Furono i Fenici a portare la vite e il vino in
Grecia. Successivamente gli antichi Greci colonizzarono l’Italia
meridionale (Magna Grecia), facendo arrivare la coltivazione della vite
nella Penisola. La vitivinicoltura venne poi ripresa prima dagli
Etruschi, poi dagli antichi Romani.
L’origine del vino: L’origine del Vino come bevanda deriva sicuramente
dalla fermentazione spontanea dei succhi d’uva, in seguito elaborati e
codificati in procedure che si sono affinate di generazione in
generazione, col contributo di tutti i popoli che hanno abitato le aree
idonee alla coltivazione della Vite, tra cui Greci, Etruschi e Romani.
Ricordiamo che sia nella mitologia Greca che in quella Romana esistono
Dei protettori delle Viti e del Vino (Dionisio nel caso dei Greci,
Bacco per i Romani) e le proprietà inebrianti di questa bevanda hanno
portato ad un culto che prevedeva celebrazioni (Baccanali) che a volte
degeneravano in vere e proprie orge.

TERRITORIO DI CAPRI
Capri è un'isola
del Golfo di Napoli distante poche miglia nautiche dalla Penisola
Sorrentina alla quale un tempo era unita. Oggi Capri è una delle mete
più ambite dal turismo internazionale per la bellezza drammatica delle
sue coste dai profili frastagliati, le grotte marine che si aprono
nella roccia e l'atmosfera glamour ma rilassata che si respira nel suo
piccolo centro.
Capri è un'isola da vivere in mille modi: si può decidere di
passeggiare per sentieri a strapiombo sul mare con la sola compagnia
dei gabbiani, fare lunghe nuotate in un mare cristallino oppure
mischiarsi tra l'allegra e vivace folla della Piazzetta e fare shopping
tra le boutique di alta moda.
L'Isola di Capri si divide in tre zone: Marina Grande, dove si trova il
porto, Capri, raccolta intorno alla Piazzetta ed Anacapri il comune più
alto dell'isola. I centri di Capri e Anacapri sono entrambi pedonali e
c'è una sola strada carrozzabile che da Marina Grande porta fin su
Anacapri con diramazioni per Marina Piccola (sul versante sud), il Faro
di Punta Carena e la zona della Grotta Azzurra.

CAPRI DOC
Lo storico e geografo greco Strabone, nella sua opera Geografia,
riteneva che Capri fosse stata un tempo unita alla terraferma. Questa
sua ipotesi è stata poi confermata, recentemente, sia dall’analogia
geologica che lega l’isola alla penisola Sorrentina, sia da alcune
scoperte archeologiche.
Il ruolo rivestito da Capri in epoca romana fu notevole. La svolta che
segnò la storia dell’isola fu nel 29 a.C, quando Cesare Ottaviano,
tornando dall’Oriente sbarcò a Capri, dove, secondo il racconto di
Svetonio, una quercia vecchissima cominciò a dar segni di vita. Il
futuro Augusto, interpretando questo come un segno favorevole, tolse
Capri dalla dipendenza di Napoli (sotto la quale viveva dal 328 a.C)
dando in cambio la più grande e fertile isola di Ischia e facendola
diventare dominio di Roma (Vitae Caesarum, 2, 92). Fu così che la
comunità greca presente a Capri venne a contatto con quella romana e
l’isola iniziò la sua vita imperiale, diventando il soggiorno
prediletto di Augusto e dimora di Tiberio per dieci anni.
Il vino era apprezzato dai Romani e lodato dall’imperatore Tiberio che
per la sua passione enologia, si era guadagnato il soprannome di
Biberio. Con la fine dell’impero Romano, Capri ritornò a far parte
dello stato napoletano e iniziò a diventare il centro di scorrerie e di
saccheggi da parte di pirati, ben motivati dalla posizione dell’isola.
Nei secoli a venire l’isola fu sempre importante il ruolo destinato
alla viticoltura. Attualmente le viti sono allevate, nel rispetto delle
tecniche culturali tradizionali, su assolati ripiani a picco sul mare.
E’ prodotto in limitate quantità. I pendii terrazzati e le pendici del
monte Solaro accolgono ancora i vigneti che producono uve Falanghina,
Biancolella, Greco e Piedirosso.
La Capri DOC è una denominazione il cui territorio corrisponde con
quello della famosa isola all’estremità meridionale del Golfo di Napoli.
La DOC copre un vino rosso e uno bianco di base, ottenuti da varietà di vite tradizionali della zona.
Abbiamo deciso di approfondire la tipologia di vino della produzione
CAPRI DOC: quello rosso, , il cui colore riprende e caratterizza il
titolo del nostro gruppo “ROSSO RUBINO”.
Il Capri Rosso è prodotto prevalentemente con l’uva Piedirosso, vitigno
autoctono campano. È diffuso qui a Capri che più in qualsiasi altro
luogo, pur essendo ampiamente coltivato anche attorno al Vesuvio per
l’utilizzo nei vini Lacryma Christi. Il Piedirosso deve costituire
almeno l’80% dei vini Capri rosso, assieme ad “altri vitigni a bacca
nera, non aromatici, raccomandati e/o consigliati per le province di
Caserta e di Napoli”.
Le caratteristiche organolettiche del Capri rosso DOC prevedono un
colore Rosso Rubino, più o meno intenso. Il profilo olfattivo del vino
Capri rosso DOC è vinoso, piacevole e al palato risulta secco, sapido.
Le caratteristiche del vino Capri rosso DOC si esprimono anche
attraverso i principali parametri i cui valori minimi sono richiesti da
disciplinare, per questa come per tutte le altre tipologie dei vini
della .
Acidità 5,0 g/l
Alcool 11,50%
Composizione vino Piedirosso min.80%, altri
Estratto 18,0 g/l
Affinamento durata

PIEDIROSSO
Il
Piedirosso è un vitigno a bacca nera, autoctono della Campania, in
particolare della zona di Napoli. le cui origini sono molto antiche. È
anche conosciuto con il suo nome dialettale, Per’ e palummo, che si
riferisce ai pedicelli dei chicchi, colorati di rosso come quelli di
una zampa di colombo. Per molti anni Piede di Colombo fu il nome
ufficiale del vitigno, che muterà in Piedirosso solo ai primi del ‘900.
Il Piedirosso viene anche identificato con un vitigno locale noto
come Palombina Nera, e all’uva Colombina, le cui descrizioni
risalgono al Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. Tra l’800 ed il
‘900 il Piedirosso si è diffuso in tutto il Napoletano, nell’Avellinese
e nella zona del Vesuvio e del Monte Somma.
Il Piedirosso viene coltivato intensivamente anche sulle isole di Capri
e Ischia per le rispettive denominazioni. Il Piedirosso è un
vitigno molto vigoroso e ha maturazione medio-tardiva, collocata nei
primi 20 giorni di ottobre. Le sue rese sono nella media o basse, ma
costanti. Presenta grappoli di dimensioni medio-grandi, a forma
piramidale, piuttosto spargoli, con acini di media grandezza,
sferici, con alte concentrazioni di pruina sulla spessa buccia di
colore rosso-violaceo. Il vitigno Piedirosso predilige terreni calcarei
e trova in quelli di origine vulcanica della Campania il suo ambiente
naturale, specialmente in collina tra i 300-400 metri di quota.
Preferisce sistemi di allevamento poco espansi. I vini del
Piedirosso hanno un bel colore rosso rubino e la loro gamma olfattiva
varia dai frutti rossi come prugne e ciliege nei vini giovani fino alle
sfumature terziarie di quelli maturati in legno, con note di caffè,
tabacco e speziature. Nella zona del Sannio i vini presentano anche
profumi resinosi e affumicati, con piccole note floreali che possono
avere punte balsamiche nelle loro migliori espressioni. Tra gli
abbinamenti del vino Piedirosso, il pollame e la selvaggina da piuma,
ma lo si può accompagnare anche con carni strutturate di maiale,
salsicce e formaggi stagionati.

