Il vino nell'antica Grecia

Simposio

Per i Greci il vino era il dono di Dioniso, divinità giunta da remote terre asiatiche, ed era l'essenza stessa della civiltà. Nell’antica Grecia, l’uso di brindare e il consumo del vino erano fondamentali nel corso dei convivi, durante i quali si usava declamare discorsi o versi poetici; nel banchetto greco, tale usanza richiedeva che le parole fossero improvvisate. Il simposio, in particolare, era un momento della vita sociale greca in cui persone della stessa estrazione sociale si riunivano con lo scopo di scambiarsi idee ed opinioni riguardo a vari argomenti. Durante tale occasione, un convitato, il simposiarca, che sovraintendeva alla preparazione delle bevande e all’argomentazione dei brindisi, si dedicava a innegiare i presenti, secondo una sequenza prestabilita. I giovani coppieri mescolavano il vino all'acqua in grandi anfore, spesso all'esterno delle stanze del simposio, e mettevano il liquido dentro speciali brocche da vino. Nella miscela l'acqua era in misura maggiore. Secondo le fonti, Esiodo propendeva per un rapporto di tre a uno, ma tali proporzioni variavano a seconda del simposio. I commensali bevevano secondo le prescrizioni del simposiarca, seguendo il principio dellaΔίκη” (l’equilibrio). Il consumo di vino puro era infatti evitato, poichè veniva considerato un uso barbarico e perchè l’ubriachezza generale sarebbe prevalsa in tempi molto brevi. 

Dopo i dovuti omaggi alle divinità aveva inizio la bevuta, accompagnata dai canti conviviali (skólia). Il simposio proseguiva animato da discussioni di vario tipo, dall’eros e dal gioco. La riunione continuava spesso fino a notte fonda o addirittura fino all’alba. I simposiasti che avevano ancora voglia di festeggiare si riversavano in strada piuttosto brilli, dando vita a una processione improvvisata e chiassosa, detta “κῶμος” (komos).

Quando con l’età ellenistica (IV-III sec. a.C.) le poleis vennero sostituite dalle metropoli e il cittadino si trasformò in suddito, il simposio non lasciò tracce di sè, se non come atteggiamento aristocratico di un’élite o reminiscenza del passato.

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