Cantine Romano Nicola


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Su di un colle soleggiato, ricco di vigneti, nel comune di Lapio, a quindici chilometri da Avellino, si trova il casale Arianiello. Proprio qui, in una rustica ed arcaica cantina agricola, cominciò l'esperimento della produzione del Fiano, con metodo rudimentale ed originario, di Nicola Romano. Le viti crescevano, si moltiplicavano coltivate con amorevole dedizione e nel 1988 cominciò l'imbottigliamento del vero Fiano D.O.C.

Oggi il vigneto occupa un'estensione di circa quattro ettari, e produce un'uva dal sapore dolce. Il vino Fiano di Nicola Romano è vanto e gloria di Lapio, anche perché è stata la prima cantina locale a produrlo ed esportarlo anche all'estero con molto successo; questo poiché il Fiano di Lapio, soprattutto quello del casale Arianiello ha caratteristiche inconfondibili, non paragonabili a quelli di altri paesi irpini, che si cimentano in tale produzione.

Esso è un tipico prodotto locale, tanto che lo stesso nome degli abitanti "Lapiani" potrebbe derivare, secondo alcuni studiosi, da "Apiani" – "Aphiani" – "Afiani" per metamorfosi della parola "Fiano".
L'uva qui è più dolce, più dorata, perché i raggi del sole, misti ad un venticello frequente, non bruciano ma l'asciugano e la fanno maturare meglio. L'azienda produce insieme al Fiano di Avellino D.O.C.G. anche il Taurasi D.O.C.G.

L’Azienda Romano nasce ufficialmente nel 1985 con un campo sperimentale O.T.V. (orientamento tecnologico e varietale) seguito dalla Facoltà Agraria di Portici e con la collaborazione dell’Ispettorato Agrario di Avellino. Nel 1988 comincia l’imbottigliamento del Fiano di Avellino “Apianum” DOC e l’azienda è tra le pioniere della viticoltura irpina. Oggi il vigneto occupa un’estensione di circa 4 ettari seguiti direttamente da Nicola Romano e suo figlio Amerino.vigneto


Il taurasi

L’Aglianico è un vitigno autoctono diffuso in tutto il Meridione Italiano dove si esprime con grande tipicità. Al vino Aglianico di Taurasi, è stata attribuita, per primo, la denominazione di origine controllata e garantita (DOCG).

Il nome Taurasi deriva dall'omonima città. Il nome fa riferimento al toro, mitico animale, condottiero della tribù dei "Taurasini" della stirpe dei Sanniti, che giunti dal Nord andarono ad occupare una vasta zona tra le odierne province di Avellino e Benevento. Essi fondarono la città-stato di Taurasia, di cui parla anche Tito Livio.

Per le sue caratteristiche viene consigliato di utilizzare un calice capiente sul fondo e leggermente più stretto verso l'alto. E’ ottimo per accompagnare piatti dotati di buon spessore aromatico: primi piatti al sugo di carne, selvaggina, carni rosse arrosto, formaggi stagionati a pasta dura.

Zona di produzione

La Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Taurasi” comprende l’intero territorio amministrativo dei comuni di Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemileto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant’Angelo all’Esca, San Mango sul Calore, Torre le Nocelle e Venticano, tutti in provincia di Avellino.

Il vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Taurasi” all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche: 

  • vigneto“Taurasi” rosso -
  • Colore: rubino intenso, tendente al granato fino ad acquistare riflessi arancioni con l’invecchiamento; -
  • Odore: caratteristico, etereo, gradevole più o meno intenso; -
  • Sapore: asciutto, pieno, armonico, equilibrato, con retrogusto persistente; -
  • Titolo alcolometrico volumico minimo totale: 12,00% vol; -
  • Acidità totale minima: 5,0 g/l; -
  • Estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l

  • “Taurasi” riserva - colore: rubino intenso, tendente al granato fino ad acquistare riflessi arancioni con l’invecchiamento;
  • Odore: caratteristico, etereo, gradevole più o meno intenso; -
  • Sapore: asciutto, pieno, armonico, equilibrato, con retrogusto persistente; -
  • Titolo alcolometrico volumico minimo totale: 12,50% vol; -
  • Acidità totale minima: 5,0 g/l; -
  • Estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
Taurasi


Il fiano

Il Fiano di Avellino Docg per molti rappresenta una storia di gusto. Una piacevole storia antica, sorta agli albori del XIII secolo, con un popolo di origine Ellenica. Il Fiano di Avellino Docg è un vino bianco tra i più conosciuti e pregiati dell’Irpinia. Esso prende il nome dall’omonimo vitigno, denominato dai latini “Vitis Apiana", o vite delle api (esse sono attratte della dolcezza di queste uve). Al palato le tipiche note di morbidezza del vitigno vengono completate da viva freschezza e mineralità. Bianco ideale per accompagnare crostacei, pesci con salse e grigliate marinare.


Zona di produzione


La zona di produzione delle uve destinate alla produzione del vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Fiano di Avellino” comprende l'intero territorio amministrativo dei seguenti comuni della provincia di Avellino: Avellino, Lapio, Atripalda, Cesinali, Aiello del Sabato, S. Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Parolise, S. Potito Ultra, Candida, Manocalzati, Pratola Serra, Montefredane, Grottolella, Capriglia Irpina, S. Angelo a Scala, Summonte, Mercogliano, Forino, Contrada, Monteforte Irpino, Ospedaletto D'Alpinolo, Montefalcione, Santa Lucia di Serino e San Michele di Serino


vite
Caratteristiche del fiano
     "Fiano di Avellino" bianco:
  • Colore: giallo paglierino più o meno intenso;
  • Odore: gradevole, intenso, fine, caratteristico;
  • Sapore: fresco, armonico;
  • Acidità totale minima: 5,0 g/l; 
  • Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
  • Estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.

fiano